Non c’è quasi nessun autore ‘obbligatorio’, nei programmi di letteratura. Quasi, perché è chiaro che Leopardi è un autore fondamentale, non solo perché è uno dei più grandi poeti della nostra tradizione ma anche perché – nello spazio della sua breve esistenza – ha saputo esercitare il suo genio anche in altri generi, come la narrativa e il saggio. Ma anche sulle cose scontate (sugli autori scontati) è opportuno riflettere.
È ancora, Leopardi, uno dei pilastri essenziali per un’educazione letteraria? Se sì, in che modo va letto? E quale parte della sua opera è per noi, oggi, la più interessante?
Se Leopardi è un punto di riferimento per l’Ottocento, come orientarsi invece nella sterminata offerta letteraria del Novecento? Chi leggere? Chi non leggere?
Destinatari
Docenti di Letteratura e docenti di Storia della scuola Secondaria di Secondo Grado
Relatrici e relatori

Claudio Giunta
Insegna Letteratura italiana all’Università di Torino. Tra i suoi ultimi libri, una guida alla scrittura argomentativa (Come non scrivere, 2018), e i saggi «Ma se io volessi diventare una fascista intelligente?» (2021) e Effimero Novecento (2024). Collabora al Domenicale del Sole 24 ore, al Foglio e al Post. È condirettore della «Nuova rivista di letteratura italiana» e della rivista «Il Mulino». È autore di manuali di letteratura italiana, l’ultimo è Ogni cosa nel mondo (Garzanti Scuola 2025). Il suo sito è www.claudiogiunta.it.
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